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intervista sul cybersex nel 2009

INTERVISTA a HELENA VELENA: ATTUALITA’ DEL CYBERSEX NEL 2009

1. A quindici anni dalla pubblicazione di: “Dal Cybersex al Transgender”, le tecnologie, in particolare quelle che si sviluppano intorno al corpo, si sono esponenzialmente modificate. Che evoluzioni ha vissuto il cybersex in questo lasso di tempo?

In un certo qual modo e' scomparso, nel senso che e' imploso su se stesso avendo raggiunto il climax realizzativo. Storicamente e' dimostrato che le avanguardie cessano di esistere quando diventano fenomeni di massa, ma lo stesso accade anche per i processi di liberazione, siano essi tecnologici o meno. Per Marx lo sviluppo "tecnologico" del Capitale era essenziale per poter sviluppare il Comunismo come risposta rivoluzionaria al Capitale stesso, ma come abbiamo verificato, questo processo non si e' neppure minimamente innescato. La stessa cosa e' successa col cybersex. L a massificazione ne ha ridotto il potere liberatorio ad un minimo comune denominatore che ha come valore d'uso ultimo esclusivamente brandelli di orgasmazioni industrializzate del quotidiano. La morte in sostanza, del progetto originale.



    In ultima analisi la perdita’ di contantoo “totale” con la realta’ non sarebbe in se stessa un rischio,ma un terreno di sperimentazione, se avvenisse in modo totalizzante e anche su di un piano sensoriale reale, piuttosto che esclusivamente mediato dal mezzo, piuttosto insomma che introiettato metafisicamente.
    Intendiamoci, e’ da migliaia di anni che umani, soprattutto di sesso maschile “perdono il contatto con la realta’ “ dal punto di vista sessuale, a meno che non facciano uso di un potere giustificato da motivazioni di carattere politico, economico, militare o religioso.
    Per il comune plebeo, cittadino o elettore, la perdita di contatto con la realta’ sessuale avveniva attraverso il sostitutivo dell’atto autoerotico, la masturbazione.. e ogni nuova tecnologia, impiegata in termini sessuali, ha mantenuto in essere questo scollamento…. Dalle prime tirature di libri porno alle famose tijuana bibles a fumetti, dalle bobine di loops porno di tre minuti fino ai dvd e ai possibili blue ray holografici immersivi, il numero di coloro la cui sessualita’ e’ stata (e sara’ vissuta) solo nell’ambito della solitudine viretualizzata, e’ sempre stato numerosissimo. Questo, pur essendo un problema sociale in termini di sano sviluppo di una sessualita’ libera e realmente gaudente, non ha comunque mai prodotto un peggioramento qualitativo o quantitativo in relazione al raffinarsi di dette tecnologie.
    Fin tanto che il MBE, il Maschio Bianco Eterosessuale (ma ormai, nella societa’ multietnica il discorso vale anche le le altre etnie) continuera’ ad essere la specie dominante, la sessualita’ sara’ uno strumento di castrazione e/o creazione di potere, e I rischi di una possibile tecnologia “fuori controllo” saranno quindi comunque sempre irrisori….


    3. Quanto hanno influito, il movimento punk e la scena musicale underground nella rinascita post-human che ne è seguita negli anni 80/90, sia negli eventi pubblici che nella tua storia personale?


    Il cyberpunk in un dato momento sembro’ essere non solo la colonna sonora, ma il filo conduttore dell’esistenza post-human in tutti I suoi aspetti.. putroppo pero’ si e’ esaurita immediatamente cortocircuitandosi esclusivamente come genere letterario che, esclusi pochissimi autori, ha finito per essere quanto di piu’ autoreferenziale e banalmente ghettizzante in termine di “merce massa” si potesse immaginare. La quasi totalita’ della letteratura di settore, diciamo da Neal Stephenson in avanti (con cpochissimi esempi, di autori che per altro si sono rapidamente mossi in ben altre, e penose, direzioni), si e’ concentrata sull’immaginario della MATRIX, nelle sue infinite (beh..) sfaccettature, utilizzando il corpo mutato come elemento estetico piuttosto che come territorio di rimappatura.. col riosultato che la quasi totale produzione cyberpunk risultava essere molto cyber, ma assolutamente NON PUNK: Mancando quindi un supporto teorico/narrativo in grado di creare un immaginario adeguato, il movimento si e’ inceppato, sgonfiato immediatamente, non producendo nulla di particolare neppure in musica, se non in forme d’arte piu’ marginali, che l’ hanno poi attrraversata tangenzialmente (come nel caso di Marilyn Manson) , anche se generando grande interesse massmediatico, che non ha sapuito tradursi ancora una volta in un fenomeno di mutazione identitario..



      In realta’ penso che siamo ancora molto molto indietro, e lontanissimi dall’aver raggiunto un livello di immersione totale.
      Cio’ che produce totalizzazione massimalistica ora e’ un uso funzionale della tecnologia, ma funzionale ad uno status nella real life. Ad esempio l’uso dell’upload su youtube per creare mitocrazie personali e elevare il bullismo o la violenza di banda (o privata, per altro) a fenomeno da imitazione sociale.
      L’immersiona totale e’ nello sqallore del nulla mediatico CREATO DA DETERMINATI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA DI BASSO LIVELLO TECNOLOGICO, ma non da un uso esasperato dell’hi-tech.
      Tronisti, Papini, Costantini e Federise, cioe’ il culto della mediocrita’,di X Factor e del Grande Fratello, sono cio’ che totalizza nella realta’ sistematizzata l’uso della tecnologia diffusa e il contenuto generalizzato e spersonalizzante che si porta con se. Da un nulla di questo tipo, un nulla peraltro pericolosissimo, e’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO sperimentare nuove strade, cercare nuove vie di resistenza, sensoriale, comunicativa, perfino sessuale.



        Hanno appiattito, soprattutto Facebook, il percorso di crescita, il confronto, la discussione.
        Coi Social Networks ci si presenta con identita’ gia’ belle definite, che isprimono gia una lista di “like/dislike”, want/don’t want” predefinita e stereotipata…..
        Ovvio che queste identita’ vengono create per imitazione e copia/incolla delle altre precedentemente viste/visitate, ma non esprimono necessariamente Il proprio percorso e I propri bisogni… Solo semplicemente il riflesso digitale di cio’ che si pensa “si debba essere” per venire accettat* nella community.Quindi I dubbi e I bisogni di riflessione scompaiono sostituiti da un “in yo’ face” esibito con malcelata sfrontatezza, e con insicura aggressivita’”. Si perde la ricchezza di un discorso interiore transgender, con tutte le sue possibili sfumature, per giocare al drag supermarket paradisiaco e plasticoso.. e la chat diventa solo ed esclusivamentente un momento di rimorchio, spesso completamente virtuale, perche’ ammettere un qualunque altro livello, ad esempio un bisogno di aiuto, di sostegno, di consigli, sarebbe visto come una sorta di “pivellinaggine” inaccettabile in un mondo di “adulti fatti e vaccinati”, che sanno quello che vogliono e sanno come e dove ottenerlo.

        Facebook uccide il coming out delle persone che devono fare un percorso T*, mentre al contrario e’ uno strumento utilissimo e diretto di coming out in ambito gay lesbian, e di presa di coscienza e autoenergizzazione.. Il discorso e’ complesso, ma cose positive si mischiano ad altre nettamente negative.. sconsiglierei l’uso dei social networks come FB a chi deve costruirsi un percorso identitario in ambito T*. Myspace invece e’ uno steumento importantissimo, ma per uno scambio di esperienze artistiche, soprattutto musicali.,.. e peraltro, benche’ sia apparemtnemente piu’ esplicito sessualmente, e’ anche molto piu’ “corretto e tranquillizzante” nell’atteggiamento comportamentale reale dei suoi members, che non hanno certo il sesso ed il rimorchio come motivo fondamentale della creazione dell’account…..


        6. Quando affrontiamo le tematiche analizzate nel testo, siamo coscienti di tracciare solamente i confini della storia evolutiva dell’occidente. Oggi l’arte, sta prendendo finalmente in considerazione i rapporti e le problematiche dell’interculturalità. Pensi che esista un punto di contatto tra la condizione transgender, il cyber sex e il mondo meno sviluppato?

        Curiosamente il mondo islamico, nel suo clamoroso disprezzo per la donna, considera il transessualismo (parlare di transgender sarebbe comunque chiedere troppo, e sollevare problemi indicibili) una sorta di “malattia curabile”, anche se nella sola accezione MTF. I maschi quindi che, sentendosi essi stessi (per dovere religioso e culturale) appartenenti al “mondo degli esseri inferiori”, desiderino diventare appunto “donne”, in molti paesi sono autorizzati a fare la transizione, intervento chirurgico compreso.
        E “godono” a risultato finale di tutti I “privilegi e diritti” dovuti alle donne genetiche. E’ una forma di “colpo di fortuna” che gioca su un bug del software islamico, ma pretendere lo sviluppo di una sensibilita’ “ cybersex & transgender” laddove e’ necessaria la totale assenza di “tecnologia & sessualita’” come elemento fondamentale di controllo sociale, significa necessitare di un lavoro immenso ancora da compiere.
        Nonostante cio’ alcuni pionieri della liberazione sessuale, in Libano, tramite la rivista “ Jasad” stanno dimostrando che la liberazione del corpo, anche semplicemente nudo, ha un valore e un potere politico antirepressivo ed antiautoritario superiore a mille sermoni politici….. Che Jasad possa essere l’anti Jhiad per eccellenza e’ l’ugurio piu’ grande che le possiamo fare….
        Anche se il timore che si tratti di un bellissimo fiore nel deserto, in controtendenza verso l’islamizzazione del resto del mondo, Europa compresa.
        Peraltro e’ gia’ in corso un l’attacco islamizzante sottostimato dai media, al Centro America, che con quello delle chiese Evangeliche al Sud America ai danni del cattolicesimo, producono una morsa che facendo leva sulla poverta’ nel primo caso e sulla paura del progresso nel secondo (ma sono coloriture che spesso si sovrappongono), attua una sessuofobizzazione di massa estremamente reazionaria che non ci fa’ certo dormire sonni postcoitali completamente sereni…..



          Al momento e’ sicuramente esaurito.
          Certo, il cyberpunk nella versione piu’ moderatamente fetish prospera nelle riviste di moda mainstream, e una versione banalizzata all’inversosimile di musica industrial metal, figlia gia’ del la becerizzazione EBM continua a riempire alcuni danceflooors di sopravvivenza di nicchia.
          E se Il punk rock tradizionale produce centinaia di gruppi spazzatura fotocopia talmente sovversivi da non spaventare neppure Don Abbondio, l’eversivita’ della scena si e’ spostata altrove, e con ben altra estetica e forma espressiva caratterizzante….

          Il percorso ultimo attuale di cio’ che a cavallo tra la fine degli anni 70 e I primi anni 80 fu il punk, ora e’ senza ombra di dubbio il black metal.
          Orbene, la forma in cui, al di la’ di poche e sporadiche commercializzazioni troascurabili ao opera di MTV, si esprime il black metal di oggi, e’ ben diversa da una possibile visione post –humana di derivazione cyberpunk… Giocando cn le parole potremmo definirla ANTI HUMAN, piuttosto che Post-Human.

          Depressione, malinconia, malessere, isolazionismo, dark ambient, soprattutto MISANTROPIA, sono le parole d’ordine (o di disordine controllatocaratterizzanti non solo questa musica, ma tutto il suo immaginario, estetica, letteratura, visione del mondo compresa.
          La maggioranza delle produzioni artistiche sono effettuate, appunto misantropicamente, da una sola persona, la cui fotografia ormai e’ completamente scomparsa dalle immagini di copertina.. spesso e volentieri non se ne conosce neppure il nome, e sempre piu’ spesso perfino la voce scompare, e la musica resta completamente strumentale.. evidente che il rifiuto della fisicita’ e del corpo, e’ completo, totale, portato alle estreme conseguenze. Eppure la musica non e’ affatto elettronica, s/fisicizzata, de-analogizzata…. Si rifiuta l’immaigne pubblica del corpo, la sua spettacolarizzazione, ma NON il corpo nel proprio privato, nel suo essere oggetto ripmappato appartenente al suo soggetto umano autonomo.…
          Quindi la musica e’ ricgorosoamente elettroacustica, ciuoe’ suonata fisicamente, in genere compresa la batteria, non sostituita da softwares, ma suonata con le bacchette, sui toms, sui piatti.….. pero’ il corpo e’ nascosto, non e’ esibito, ma quasi nascosto misantropicamente ad una vergogna che rappresenta un rifiuto sociale alla collettivizzazione dei corpi, della socialita’, predicato da una sinistra fallimentare coi suoi miti salvifici delle masse, degli immigrati, dei poveri del terzo mondo.
          Il black metal rimappa quindi il proprio corpo ma lo nasconde, e spesso lo nasconde a se stesso e alla vita sociale, sentimentale, ovviamente politica…. E quindi anche sessuale….
          Si tratta della forma di cultura musicale dove maggiore in assoluto e’ il numero di suicidi, compiuti non clamorosamente, non pubblicamente, ma come gesto ultimo di consunzione e di cancellazione del proprio corpo fisico, e soprattutto della propria sessualita’, che e’ in maniera fin troppo evidente completamente assente dalle copertine e dalle tematiche della musica stessa…..

          Chiarissimo che tutto cio’ e’ espressione di un necessario periodo di crisi, di rigetto sociale e politico, di consapevolezza del fallimento di tutte le battaglie degli anni 60 e 70, compresa la rivoluzione sessuale (per non parlare poi delle ideologie politiche).
          In termini (VA), dato che tutto esiste solo in funzione del suo contrario, possiamo quindi dedurre che una fase storica in cui l’avanguardia culturale (sebbene in forma totalmente underground) e’ misantropica e asessuata, generera’ necessariamente il suo contrario.

          Quindi ora e’ & va bene cosi’.. ma le cose torneranno a cambiare…. E’ sara sicuramente una esperienza destabilizzante, in cui asessualita’ e tecnologie del corpo si fonderanno vicendevolmente.
          Resta quindi la speranza che, in barba a tronisti e federise, sappia produrre e diffondere piu’ liberazione e orgastica e meno teledipendenza segaiola….

          HELENA VELENA
          www.helenavelena.com
          (VA)


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