Quello che segue e' il testo del primo MANIFESTO del transgender,  
scritto da Helena Velena nel 1994, che ne formulo' per la prima volta la teoria.
  
E, sia detto chiaramente, e' ancora dannatamente valido,  
 nonostante gli infiniti tentativi riformisti di appannarne   
e depontenziarne l'intensita' e il significato.
  
  
         TRANSGENDER
        COMUNICATO # 1
        
        
        
Il CORPUS, e pure
        DELICTI
       
        
        La categoria professionale dei sessuologi è per tutta una
        serie di ovvi motivi, quanto di più lontano dalla nozione
        di sexy, dal fascino cioè che il sesso esercita in qualità
        di mezzo di comunicazione, che si possa immaginare.
        
        Il sessuologo, o la sessuologa che dir si voglia, lavorano
        in un ambito medico in cui la patologia stessa del sesso èè
        l'unico aspetto di presa in considerazione della questione.
        
        Se da una parte esiste chi cura la varicella o asporta un
        tumore al seno, esiste anche chi cura le disfunzioni
        sessuali, o si occupa dei problemi di comunicazione
        interpersonale.
        
        Chiaro che in una prospettiva di questo tipo il sesso viene
        vissuto non più come la gioia della scoperta,
        dell'allargamento della propria sfera emozionale e
        sensoriale, ma come appunto una patologia vera e propria,
        con "esperti", e "professionisti del settore" forniti dei
        "necessari" titoli di studio, e retribuiti in funzione di
        ciò.
        
        Niente di più asessuato, e quindi lontano dall'obiettivo
        finale da raggiungere, può essere concepito.
        
        Ne deriva che perfino sotto il profilo
        estetico-rappresentativo tali figuri risultano essere
        tristi, impiegatizi e falsamente solari, per quanto intrisi
        di metodologie alternative possano essere.
        
        Nulla a che vedere con la carnalità espressa da Jenna
        Jameson, Veronica Brazil o Jasmine StClaire, e questo era
        evidente, ma nemmeno con la gioiosa creatività di Sawaru
        Ogekuri e Ruko Tatase, rispettivamente professore ed
        infermiera del manga "La Clinica dell'Amore". Si potrà
        obiettare che è fuorviante o banale generalizzare rispetto
        ai sessuologi, o rispetto a psicanalisti, psichiatri (e
        psychopolizia della stessa risma), ma il problema
        fondamentale è che costoro hanno la loro ragione esclusiva
        d'essere nella logica binaria di chi vede solamente
        l'esistenza dei momenti "malattia" e "salute", e si propone
        come trasformatore a pagamento dell'una nell'altra.
        
        Trasformazione che avviene generalmente in modo asettico e
        distante, su tempi interminabilmente lunghi e con una
        visione assolutamente monocorde: riportare sui binari chi
        deraglia.
        
        L'interpretazione sottesa a questa pratica di controllo
        sociale è quella che esista una "sana esplicazione della
        propria sessualità", guarda caso eterosessuale e
        monogamica, che ha solamente ammodernato il linguaggio
        rispetto all'idea di "famiglia-patria-continuazione della
        specie" ma nella sostanza ne ripete i dettami.
        
        Il contrario esatto di quanto avviene nella Clinica
        dell'Amore, in cui si insegna semplicemente come trarre il
        massimo piacere e giovamento dalle proprie "deviazioni di
        percorso", cancellandone completamente gli eventuali tabù o
        sensi di colpa. In altre parole la sessuologia, così come
        la psicanalisi tradizionale (e molta di quella che non si
        dichiara tale), operando rispetto alla struttura sociale
        (la famiglia) e non all'individuo, si pongono come teorie
        di mantenimento dello Status Quo, e quindi della Ragion di
        Stato, che guarda caso è sempre in contrasto con la vita
        del singolo essere umano.
        
        Il Transgender è in opposizione con tutto ciò.
        
        Niente camici bianchi e visi freschi & presentabili
        seduti dietro ad una scrivania, preposti a recuperare alla
        norma un ennesimo/a deviante, forti della influenza del
        ruolo, del titolo, della teoria maggioritaria.
        
        Il Transgender è prendersi nelle mani il proprio destino,
        in chiave esistenzialista e situazionista, e dargli un
        senso rivendicatorio, positivo e pulsante, non solo per
        quel che riguarda il sesso.
        
        Ma andiamo con logica.
        
        Il Transgender si basa sull'idea che la totalità
        dell'esistente non sia ascrivibile appunto in una logica
        binaria.
        
        Le teorie di mantenimento dello status sociale vogliono
        invece una semplificazione del livello interpretativo che
        veda solamente i concetti dualistici, come
        positivo/negativo, giusto/sbagliato, buono/cattivo,
        bianco/nero, uomo/donna, eterosessuale/omosessuale.
        
        Generalmente una delle due posizioni rappresenterà la
        norma, mentre l'altra la devianza.
        
        Orbene, i rappresentanti delle corporazioni di
        "psychopatologia" suppongono che la devianza, qualora causi
        stress, disfunzioni, problemi sociali o altro, vada curata
        e quindi riportata nella norma, o, nel migliore dei casi,
        equilibrata con la socialità dell'individuo (in poche
        parole, rendendosi conto che ad esempio i gay non si
        curano, si tenterà comunque di "aggiustarli" alla realtà,
        cercando di lenire a pagamento i loro sensi di colpa).
        
        Il Transgender sradica completamente questa morale di
        comodo asserendo che non esiste devianza "perchè non esiste
        una norma" Transgenderismo é infatti una visione del
        continuum comportamentale che esiste tra le due polarità;
        quella dello spettro infinito di possibilità che si
        presentano "transitando" da un punto all'altro.
        
        Il Transgender legittima quindi l'esistenza dell'infinità
        possibile di "momenti" di "identità" del percorso che da
        eterosessuale porta a omosessuale, o che da uomo porta a
        donna.
        
        Legittimare tutte queste possibili forme di espressione
        della propria sessualità significa in sostanza negare che
        ne possa esistere una ufficiale, a cui tutti debbano in un
        modo o nell'altro conformarsi, ma, cosa ancora più e
        importante, significa anche negare che ne possa esistere
        soltanto una di alternativa, inufficiale, ribelle.
        
        Il Transgender quindi non ribalta il processo di lettura
        dei valori, facendo diventare "socialmente positiva" la
        devianza a sfavore della norma, ma nega qualsivoglia
        appoggio ad una logica ottocentesca di "lotta di classe"
        dei comportamenti.
        
        Non si tratta di appoggiare una quantomai improbabile
        rivoluzione in cui gli oppressi di ieri diventino gli
        oppressori di domani, ne tantomeno di costruire un castello
        di speranze rivendicative per cullare i sogni di rivalsa di
        qualsivoglia minoranza (si pensi ad alcuni portavoce della
        scena BDSM italiana).
        
        Una simile merda puerile la lasciamo volentieri ai
        ragionieri rivoluzionari da salotto in giacca e cravatta.
        
        Quello che il Transgender propone è l'annullamento
        dell'idea di "o così o pomì" delle teologie di destra o
        sinistra che siano.
        
        Il Transgender è una visione anarcolibertaria del tutto, in
        cui l'identità è ciò che si è, e non ciò che si deve essere
        in funzione di poter esistere.
        
        
        CONTRO LA LITURGIA DEI MAMALUCCHI
        
        
        Quanti/e non si sentono parte della massa eterosessuale
        piattomarrone ma allo stesso tempo non si identificano in
        una identità di ruolo di tipo omosessuale?
        
        
        Quanti/e, in funzione di una mancanza precisa di
        organizzazioni, locali, punti di riferimento, modelli di
        ruolo o quanto cazzo, si sentono soli/e, non
        rappresentati/e, ed incapaci di riconoscersi parte del
        mondo etero quanto di quello gay?
        
        
        Quanti, pur coinvolti in una dinamica BDSM non sanno e non
        vogliono rispondere alla domanda "sei sado o sei maso"
        perchè il loro percorso identificativo é in flusso e
        dipende dal/la partner con cui hanno a che fare?
        
        
        Quante sono lesbiche ma non per questo si vestono da
        maschiette camioniste e non pensano che l'immaginario
        erotico femminile classico sia per forza di cose un
        prodotto dell'immaginario di mercificazione maschile, e
        semplicemente vogliono essere quello che vogliono essere
        indipendentemente da tutto?
        
        
        Quanti si sentono donne e vogliono diventare donne ma amano
        comunque le donne e quante si sentono uomini e vogliono
        diventare uomini e amano comunque gli uomini?
        
        
        Quanti/e hanno il totale ed inalienabile diritto di essere
        quello che vogliono essere indipendentemente da tutto, da
        tutti e sopratutto dalle di costoro fottute ideologie di
        incasellamento?
        
        
        Il Transgender è per tutti questi, pariah perfino di quella
        che avrebbe dovuto essere un'alternativa.
        
        Il Transgender è per noi, che vogliamo essere noi stessi/e.
        
        Il Transgender è un'identitá della non identità, o meglio
        una rivendicazione di sè che nasce dal non sentirsi parte
        di una situazione definita e/o definitiva, ma al contrario
        in transito, in trasformazione, in relazione, in flusso.
        
        Il Transgender è per chi ha la barba e vuole uscire in
        minigonna, per chi viene solo se lecca i piedi del/la
        partner, per chi ama farsi legare, inbavagliare ed
        umiliare, per chi ha una quinta di seno ed un trucco
        perfetto & la sua donna ha le autoreggenti a rete e i
        tacchi a spillo.
        
        Il Transgender è per chi non si conforma, non sta alle
        regole del branco e neppure a quelle preposte alle
        minoranze che lottano per farsi accettare e considerare
        "normali".
        
        Il Transgender si esplica attraverso la TRANSGENDER
        interNATIONal, un'organizzazione che NON lotta per
        rivendicare i diritti di una minoranza o per la propria
        accettazione nella società costituita, ma che rivendica il
        diritto di essere - amare - desiderare - godere in
        qualsivoglia modo e forma senza che questo debba essere
        legalizzato, sancito, definito, codificato.
        
        La TRANSGENDER interNATIONal è una non/organizzazione di
        quanti/e vogliono rivendicare il loro diritto ad esistere,
        essere e manifestarsi senza necessariamente riconoscersi in
        una identità e in una pratica sessuale precisa.
        
        TRANSGENDER interNATIONal NON è quindi il sindacato dei gay
        rispettabili ne quello delle transessuali che battono, NON
        è il sindacato delle lesbiche separatiste ne quello dei
        feticisti della gomma, NON è il sindacato dei travestiti in
        privato ne delle padrone alla ricerca di schiavi.
        
        Però può essere ed è l'arcobaleno sotto al quale tutti
        questi/e & non solo, possono brillare della propria
        meravigliosa e gioiosa individualità, perchè affrancati/e
        dalla logica del partitino e coscienti che l'esistenza è
        una globalità di forme ed espressioni & che la
        legittimazione dell'esistenza di tale globalità è l'unica
        vera garanzia di libertà di godimento della propria
        specificità.
        
        Contro i partiti, i sindacati, le sette & le
        associazioni di categoria del sesso, perchè la sessualità
        sia vissuta nel suo giusto flusso di trasformazione ed
        interfacciamento con tutti & tutto ció che la mente
        umana (e non) riesce ad immaginare, al di là di logiche di
        controllo e definizione dualistica del "bene e del male",
        per un'aspirazione IN POSITIVO alla totale libertà di
        godere ed essere; tutto ciò è il Transgenderismo.
        
        
        POST (messa) COITALE
        
        
        Azione diretta, outing, auto-outing.
        
        TRANSGENDER interNATIONal è & sarà in strada, sui
        giornali, sulle riviste, sulle fanzines, per radio, per
        televisione, in cyberspazio, a coinvolgerti e richiedere la
        Tua partecipazione attiva.
        
        E' la tua vita e sta a te viverla.
        
        Idem per il sesso, non fartelo negare!